UN SACERDOTE VERO
Prima ancora di arrivare al Ballerini avevo sentito parlare di quella strana coppia, il bianco e il nero, che guidava il prestigioso Collegio di Seregno. Arrivato al Ballerini nel 2011, da un anno don Luigi aveva lasciato il ruolo di rettore e ho faticato a far coincidere la persona che avevo accanto, un confratello anziano, ricco di sapienza, mite e gentile, con la figura che emergeva dai racconti di docenti e di alunni.
Certamente don Luigi è stato un rettore severo, esigente, autorevole. Rigoroso innanzitutto con sé stesso e poi con i suoi collaboratori. Ma era la prima facciata di don Luigi. Dietro si nascondeva un uomo che aveva compreso il segreto della gioia cristiana. Alla mia domanda come fosse riuscito a fare il rettore per 36 anni, mi rispose: “mi ha salvato l’essere prete”.
Ecco nel sacerdozio ritrovo tutta la verità della persona di don Luigi. Tra i tanti preti incontrati nella mia vita è stato colui che mi ha mostrato una più forte e sicura coscienza del suo essere sacerdote. Amava tutto quello che riguarda la vita da prete: pregare, meditare, adorare, celebrare messa, confessare, predicare. L’unica sua distrazione era qualche partita di calcio alla televisione, se non aveva impegni sacerdotali. In uno degli ultimi suoi appunti scrive: “ho vissuto i miei tanti, tanti anni di ministero sacerdotale con l’impegno di essere… “sacerdote”, cioè con il desiderio vivo di essere a servizio del popolo di Dio per quanto riguarda i rapporti con Dio”.
Amava la compagnia e aveva a cuore la fraternità sacerdotale. Ha vissuto gli ultimi anni circondato dall’affetto della famiglia Carrus, dalla devozione e dall’amicizia di tante persone, assistito in particolare dal suo fidato Antonio Mariani.
Apparteneva ancora a quella generazione di sacerdoti per cui la grammatica è una prova dell’esistenza di Dio. Da studioso difendeva la logica e la razionalità del pensiero cristiano, ma nello stesso tempo aveva un cuore di bambino che con una dolcezza infinita si affidava a Dio. Tra le ultime frasi che mi ha rivolto: “Eccomi! Ma come è difficile dirlo!”.
Si firmava prete felicissimo, e così lo voglio ricordare oggi che è in Paradiso nella gioia dei santi e dei beati.
Don Guido Gregorini, Rettore del Collegio Ballerini
Messaggi ricevuti
In molti, ognuno a proprio modo, hanno espresso il loro ricordo e il loro grazie. Ne riportiamo solo alcuni, fra i tanti…
Reverendo e caro Rettore don Guido,
mi arriva la triste notizia della morte di Mons. Luigi Schiatti. Rimango profondamente addolorato, perché eravamo intimamente amici e cordialissimi fratelli.
Già compagni di studi, insieme ordinati preti da S. Paolo VI, e poi educatori in Seminario a Seveso e a Venegono, abbiamo vissuto anni bellissimi, collaborando anche per alcune iniziative formative di contenuto teologico presso il caro Collegio Ballerini.
Partecipo al dolore dei Familiari e del Collegio da lui tanto amato e sapientemente servito.
Assicuro la mia preghiera di suffragio per la sua anima bella e gentile, ricca di generosa sensibilità pastorale e di attenzione alle vocazioni sacerdotali e religiose, e per il cristiano conforto dei parenti. (Gervasio Gestori, vescovo)
PRETE FELICISSIMO
Sono stato alunno (1974), docente (1988), vicerettore (1991) e preside (dal 2000 ad oggi) del Collegio Ballerini, che per me significa di don Luigi Schiatti.
Alunno dalla seconda media alla maturità: “terrore” degli alunni, temuto e rispettato anche dagli studenti delle superiori.
Docente: mi ha assunto lui: ottimo fiuto (forse esagero), enorme riconoscenza.
Vicerettore: capo esigente, vulcano di idee, sempre innovativo.
Preside: grande stima e fiducia, ricambiate reciprocamente.
In questi 47 anni ho apprezzato soprattutto l’uomo (forte, schietto e comprensivo) e il sacerdote (innamorato di Gesù e devoto a Maria). Don Lugi Schiatti, il Bianco, colore preferito il verde, segni particolari prete felicissimo, ora beatissimo! (Roberto Pagani, Dirigente Collegio Ballerini)
UN RICORDO DEI DOCENTI DEL BALLERINI
Don Luigi ha sempre considerato il Collegio Ballerini la sua famiglia e la sua casa.
Per 36 anni è stato Rettore e anche dimesso l’incarico ha scelto di rimanere ad abitare in Collegio sino agli ultimi giorni. Un grande debito abbiamo tutti nei suoi confronti.
Ha svolto il suo compito di Rettore con forza, autorevolezza e rigore.
Temuto e rispettato da docenti e alunni, ha saputo prendere decisioni coraggiose facendo crescere il Collegio che giunse negli anni d’oro a superare i mille studenti. Più di trenta anni fa ha intuito la potenzialità dell’Istituto Alberghiero e ne ha fortemente voluto la nascita.
Chi l’ha conosciuto bene sa che dietro la forte personalità di don Luigi si nascondeva un sacerdote umile, dotato di grande generosità e profondamente animato dal desiderio di far amare Gesù. Ricercato confessore, guida spirituale, predicatore appassionato, sentiva l’urgenza di guidare le persone a Dio, distribuendo continuamente testi di spiritualità scritti da lui e mettendosi a disposizione per incontri personali o comunitari.
A noi docenti don Luigi ha insegnato l’importanza della correttezza, della serietà e dell’autorevolezza nel lavoro a scuola. Non solo. Ci ha educato alla ricerca dell’essenziale nel cammino spirituale e alla bellezza della vita cristiana. Lo ricordiamo soprattutto come prete felice, sacerdote che ha santificato con la sua testimonianza la vita di molti.
Un prete, veramente prete. Ora dal cielo avremo un altro “santo” da invocare: non solo il patriarca Ballerini, ma anche don Luigi Schiatti. (Gian Luigi Frova, ex-Rettore)
Caro don Luigi, la tua morte lascia un grande vuoto in tutti noi, ne è testimonianza la fiumana di persone che sono venute davanti la tua bara per porgerti un saluto e per dirti un “grazie” perché la fiammella che hai acceso in tanti cuori, forse anche inconsapevolmente, continua ancora a bruciare. (Stefano Tramezzani, Vicerettore Liceo)
Caro don Luigi,
eri solito salutarci con un “Pregate per la mia conversione”, adesso siamo noi a chiedertelo, prega per la nostra conversione… e per tutto il tuo Ballerini! (Elisabetta Silva, Vicerettore Primaria)
Don Luigi ha intuito la potenzialità dell’Istituto alberghiero e ne ha fortemente voluto la nascita. Ricordo che quando l’alberghiero ha compiuto i 25 anni di vita in uno scambio di battute fra noi dissi: “Chi l’avrebbe mai detto nel 1988? 25 anni …” e lui “Noi certamente …” ecco lo ricordo così… sorridente e felice. (Giovanni Guadagno, Vicepreside Istituto Alberghiero)
Don Luigi è presenza nel cuore di tanta vita, di numerosi insegnamenti, di esempi, di consigli e di instancabile scuola di rettitudine morale e spirituale. La sua energia, ora avvolta e congiunta nell’eterna Essenza di Dio, sarà sempre il faro che aprirà la breccia con la luce della speranza, della fede e dell’Amore. (Letizia Citterio)
Ci sono persone che nella vita di altre lasciano un segno indelebile: così Lei per me don Luigi.
Ho imparato lavorando con Lei l’importanza della correttezza, della serietà e da ultimo il valore dell’autorevolezza. Mi mancheranno le chiacchierate degli ultimi anni, mi mancheranno le Sue parole, mi mancherà la Sua presenza. (Sonia Vanotti)
Chi l’ha conosciuto bene sa che dietro la forte personalità di don Luigi si nascondeva un sacerdote umile, dotato di grande generosità e profondamente animato dal desiderio di far amare Gesù. Non era raro vederlo, dopo le riunioni che terminavano tardi, prendere straccio e detergente per pulire il tavolo di lavoro, così da farcelo trovare splendente il mattino successivo. Missionario in patria, sentiva l’urgenza di guidare le persone a Dio, distribuendo continuamente testi di spiritualità e mettendosi a disposizione per incontri di formazione. A me don Luigi ha insegnato la ricerca dell’essenziale, nella vita spirituale e nel mio lavoro di docente, e mi ha educato alla bellezza della vita cristiana nella dimensione lavorativa. (Sofia Mariani)
Ho conosciuto don Luigi ancora prima di arrivare in Collegio.
Ho conosciuto il sacerdote felicissimo innamorato di Gesù e di San Paolo, che mi ha insegnato l’importanza dell’essere testimoni, dell’essere sale della terra e luce nel mondo.
Poi al Ballerini ho conosciuto un don Luigi sotto la veste di sacerdote-imprenditore che, fino a che la salute gliel’ha concesso, è stato capace di intessere una rete con gli imprenditori di Seregno e di tutta la Brianza per il bene del Suo Collegio.
Ricordo il suo “ma io non me ne intendo di contabilità” che riusciva a far quadrare tutto e il suo “ma quando sarò in Paradiso!….”
Ora c’è e me lo vedo in compagnia di don Attilio (primo presidente Facec) che ci sorridono e che pregano per noi. Mitici! (Loredana Galimberti)
Carissimo don Luigi,
non possiamo mancare, a modo nostro, a questo saluto che oggi le fa la Chiesa che è in Seregno.
Vogliamo dirle il nostro GRAZIE come comunità, perché non solo chi è stato da lei accompagnato al Carmelo sente il desiderio di esprimere una grande riconoscenza: il suo amore, infatti, si allargava a tutte le sorelle, con tanta simpatia anche per quelle che veniva a conoscere lungo gli anni.
Lei è sempre stato presente in modo discreto ma efficace. Ha accompagnato le sorelle fino alla porta di ingresso del monastero, sollecitando in loro la piena fiducia nelle formatrici a cui le affidava, rimanendo sempre disponibile anche da lontano con gratuità e distacco.
Il suo amore a Gesù era contagioso: non solo con le parole, ma proprio con la sua vita felice trascinava ad amarlo sempre più intensamente. Era bello il suo modo di mettersi accanto a chi accompagnava nello spirito con tanto ascolto, pazienza, e una misericordia piena di incoraggiamento. Trasmetteva lo sguardo del Signore che fa sentire amati, pacifica il cuore e spinge a passi ulteriori.
Continui a vegliare su tutti coloro che ha guidato a Gesù e non si dimentichi della nostra comunità. Grazie! (Le Carmelitane scalze di Ferrara)
Don Luigi schiatti ha sempre considerato il testo scritto strumento indispensabile per il pensiero, innanzi tutto per dare ordine alle idee, fermandole in punti e passaggi, poi per poterlo conservare e diffondere, consentendo ad altri di percorrerlo e condividerlo. Per lui la scrittura è stato esercizio quotidiano, allenamento della mente, finché le forze glielo hanno permesso (e anche un po’ oltre…). Da questo costante lavoro, durante gli anni trascorsi da “Rettore emerito”, è nata la collana “Gocce”, agili libretti spirituali (autoprodotti) che potete trovare raccolti in versione digitale sul sito issuu.com.
Vi invitiamo a visitare la pagina di issuu anche in futuro. Infatti, nei prossimi mesi, la collana verrà integrata dagli ultimi scritti completati da don Luigi e lasciati ordinati e pronti per essere editati; renderli disponibili a tutti sarà anche questo un modo per ricordarlo.
Dal suo ultimo scritto sul mistero del Natale
«Sono un semplice sacerdote, anziano e senza specifiche competenze teologiche. Però ho vissuto i miei tanti, tanti anni di ministero sacerdotale con l’impegno di essere… “sacerdote”, cioè con il desiderio vivo di essere a servizio del popolo di Dio per quanto riguarda i rapporti con Dio. Così presenta il sacerdote la lettera agli ebrei: “Ex hominibus assumptus, pro hominibus costituitur in iis quaesunt ad Deum…”. È un latino facile: il sacerdote è scelto tra gli uomini (quindi è anche lui un uomo come gli altri) e ha il compito di curare i rapporti del popolo di Dio per quanto riguarda i rapporti con Dio stesso. Nella mia lunga esperienza sacerdotale ho costatato tante volte che uno dei compiti fondamentali del sacerdote è quello di aiutare i fratelli a conoscere la Parola di Dio e aiutarli a viverla con discreto impegno. E ad amare la Chiesa vivendo la vita stessa della Chiesa, che è prima di tutto la liturgia».
IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE
Un lungo e profondo “Grazie!” al Signore…
“…per il dono della vita e delle vicende umane (…): persone, ambienti, situazioni, fatti, avvenimenti e circostanze…”, per i suoi genitori e la sua famiglia.
“Il secondo grande motivo (…) è il dono divino del sacerdozio. È bello ed esaltante essere prete!”; per questo poteva firmarsi “prete felicissimo”.
“…per gli anni vissuti a Seregno, nel mio carissimo collegio Ballerini…”; era il 1982 e ancora molti sarebbero stati gli anni balleriniani. Noi lo ringraziamo per tutto l’affetto e la cura per la nostra scuola.
Abbiamo voluto riportare il documento olografo, pagina per pagina; l’ordine e precisione della scrittura consentono di cogliere pienamente l’attenzione e la puntualità del pensiero.